Lettere da Babbo Natale Tolkien
Recensione

“Lettere da Babbo Natale” di JRR Tolkien

Caro John,

ho saputo che hai chiesto al papà com’è il mio aspetto e dove vivo. Così ti ho fatto un disegno di me e della mia casa. Abbi cura di questa immagine. Sono appena partito per Oxford con il mio fagotto colmo di giocattoli, alcuni dei quali sono per te. Spero di arrivare in tempo: stasera al Polo Nord la neve è molto alta.

Il tuo affezionato Babbo Natale.

JRR Tolkien “Lettere da Babbo Natale”, 22 Dicembre 1920

Questa lettera è datata 22 dicembre 1920, ed è la prima che JRR Tolkien scrive per i suoi bambini, anzi, per la precisione, per il piccolo John di soli tre anni.

Dopo questa, in casa Tolkien le lettere di Babbo Natale sono continuate ad arrivare puntuali per più di vent’anni. Dopo John, hanno appeso la loro calza anche Michael, Christopher e Priscilla e per ognuno di loro Babbo Natale aveva magiche storie da raccontare accompagnate da dettagliati e coloratissimi disegni.

“Lettere da Babbo Natale” edito da Bompiani, è la raccolta completa che va dal 1920 al 1943, quando anche la piccola Priscilla appenderà per l’ultima volta la sua calza al camino.

è stata curata da Baillie Tolkien, moglie di Christopher, ed è un vero piccolo gioiellino di poesia oltre che un ottimo regalo di Natale, anche se vi consiglio di comprarne almeno due copie, perché è uno di quei libri che poi non vorrete più regalare e deciderete di tenere per voi.

Le lettere da Babbo Natale

Tolkien all’epoca era un giovane papà poco più che trentenne, con un impiego prima presso l’università di Leeds, poi presso quella di Oxford. Non sono ancora i tempi della celebrità con “Il Signore degli anelli”, e non è difficile immaginarlo alla sua scrivania che inventa racconti per i suoi bambini e crea per loro bellissimi disegni.

Tra le righe, in  mezzo ai racconti di Babbo Natale, Orso Bianco, gli elfi e i malefici goblin, troviamo anche qualche traccia della vita della famiglia Tolkien: il trasferimento a Oxford (Babbo Natale era andato alla vecchia casa ma aveva trovato tutto chiuso), la prima pubblicazione dello Hobbit nel 1937 (lo sapevate che lo Hobbit è nato come un racconto per bambini?)

“Stavo per mandarvi degli Hobbit – ne sto spedendo numerosissime copie (per la maggior parte seconde ristampe) che mi sono procurato soltanto pochi giorni fa -, ma ho pensato che ne avrete a tonnellate. Allora ho deciso di inviarvi un’altra Fiaba di Oxford.”

JRR Tolkien “Lettera da Babbo Natale”, Natale 1937

E naturalmente non mancano gli accenni alla guerra

Mia carissima Priscilla,

sono contentissimo che anche quest’anno tu non ti sia dimenticata di scrivermi. Il numero dei bambini che mantengono la corrispondenza con me sembra diventare sempre più piccolo: credo proprio che sia proprio a causa di questa guerra orribile; così, una volta terminata, le cose torneranno a migliorare ed io sarò di nuovo occupato come sempre. In questo momento, però, c’è un numero davvero enorme di persone che ha perduto la propria casa, oppure che è stato costretto ad abbandonarla; sembra che metà del mondo abiti nel posto sbagliato”.

JRR Tolkien “Lettere da Babbo Natale”, 22 Dicembre 1941

La cosa che più mi ha fatto tenerezza è il costante ricordo di Babbo Natale anche per chi non appende più la sua calza.

Uno dopo l’altro i piccoli Tolkien diventano grandi, ma Babbo Natale non li dimentica ed in ogni lettera c’è un saluto anche per loro. In particolare a Babbo Natale mancano le letterine di John e io ho trovato queste righe di una tenerezza infinita:

“Tanti cari saluti a Chris, tanti cari saluti a Michael e tanti cari saluti a John, che deve essere diventato davvero grande per non scrivermi più (per i colori ho infatti dovuto tirare a indovinare… Spero tanto che vadano bene: li ha scelti Orso Bianco, dice di sapere ciò che piace a John, perché a John piacciono gli orsi).

Il vostro affezionatissimo Babbo Natale”.

JRR Tolkien “Lettere da Babbo Natale”, 20 Dicembre 1928

Non ho trovato l’anteprima da pubblicare sul blog, ma penso che con questo articolo vi siate già fatti abbastanza un’idea del libro e quindi, a questo punto, non mi resta che augurarvi buona lettura e alla prossima 🙂

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