-
“Il vero nome di Rosamund Fischer” di Simona Dolce
“Ti chiami Rosamund Fischer, ma non è il tuo vero nome. Parli inglese, ma non è la tua lingua madre e gli Stati Uniti di certo non sono la tua patria. Hai ottant’anni, sai che è il 2013, sai che non è questo il tuo tempo. Hai un marito e un figlio americani, tu li ami e loro ti amano, ma non sanno chi sei davvero. Hai finto di dimenticare ma non hai mai dimenticato. E spesso hai mentito”
-
“La casa sul mare celeste” di TJ Klune
Sicuramente sarà capitato anche a voi, quando terminate un libro che avete amato particolarmente, di non riuscire ad iniziare a leggere nient’altro per giorni, perché volete mantenere bene impressa nella memoria le emozioni che vi ha lasciato la lettura appena terminata. È quello che è successo a me con “La casa sul mare celeste” di TJ Klune.
-
“Nella casa del pianista” di Jan Brokken
Uno dei motivi per cui partecipo ai gruppi di lettura è che mi permette di scoprire libri che, di mio, non comprerei mai: nel senso che ne ignoro proprio l’esistenza. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato “Nella casa del pianista” di Jan Brokken (per dirla tutta, ignoravo anche l’esistenza dell’autore) pubblicato da Iperborea. Adoro la cura di questa casa editrice nel selezionare i suoi autori e il formato inconfondibile dei loro libri. La sera del 30 gennaio 1980 Youri Egorov, astro nascente del pianoforte, dà uno dei suoi primi, memorabili concerti nell’Europa occidentale, interpretando gli studi di Chopin. Per Jan Brokken è una folgorazione e l’inizio di un legame…
-
“L’altro nome” di Jon Fosse
Uno degli ultimi libri che ho letto è “L’altro nome” di Jon Fosse, Nobel per la letteratura 2023. “Cosa ci rende quello che siamo? Perché conduciamo la nostra vita e non un’altra? Un nuovo anno sta per concludersi e Asle, un anziano pittore rimasto vedovo, ripensa alla sua storia. L’uomo vive da solo sulla costa norvegese, i suoi unici amici sono il suo vicino, Åsleik, un contadino-pescatore scapolo, e Beyer, un gallerista che vive in città, a un paio d’ore di auto. Lì vive anche un altro Asle, artista anch’egli, solitario e consumato dall’alcool. Asle e Asle sono due versioni della stessa persona, due racconti della stessa vita, che si…
-
“Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio
Chi mi conosce lo sa, da qualche mese ho scoperto (grazie a @giuliachi) l’effervescente mondo dei gruppi di lettura (GdL). Così, oltre a quelli che normalmente già comprerei per i fatti miei, ho anche tutta una serie di libri a cui mai mi sarei avvicinata e che, il più delle volte, sono delle vere e proprie rivelazioni (“L’ultima cosa bella sulla faccia della terra”, “La signora nel furgone”, “Ogni mattina a Jenin”) L’ultimo libro letto è “Il Cognome delle Donne” di Aurora Tamigio, proposto dal Gruppo di Lettura San Fruttuoso di Monza per il mese di febbraio.
-
“La Signora nel furgone” di Alan Bennett
“La Signora nel furgone”, di Alan Bennett, è un libricino di 90 pagine che ti leggi in un pomeriggio. Ha l’aria innocua con la sua copertina rosa – almeno nell’ultima edizione di Adelphi – e Alan Bennett è l’autore di “La sovrana lettrice”, che tanto mi era piaciuto. Così, assolutamente ben disposta, credevo di giocare in casa quando l’ho votato come libro del mese per il gruppo di lettura di La scatola lilla.
-
Oppenheimer il libro
Mentre il film continua a macinare premi, in attesa della notte degli Oscar del 10 marzo non posso non parlare di “Oppenheimer”: non del film però, ma del libro da cui è stato tratto: “Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica” di Kai Bird e Martin J. Sherwin, vincitore del premio Pulitzer nel 2006.
-
“Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa
Indubbiamente uno dei libri più intensi ed emozionanti che abbia mai letto, “Ogni mattina a Jenin“, di Susan Abulhawa, racconta il dramma del conflitto israelo-palestinese attraverso gli occhi di Amal, nata nel 1955 nel campo profughi di Jenin.
-
“L’educazione delle farfalle” di Donato Carrisi
Terminato tra un brindisi e un’influenza, “L’educazione delle farfalle” di Donato Carrisi è stato l’ultimo libro che ho letto nel 2023 (eravamo partiti alla grande con “Leggere Lolita a Teheran”, ma questa è un’altra storia) Le aspettative erano altissime, forti della soddisfazione per essere riuscita ad andare al firma-copie e, soprattutto, delle emozioni provate con quel gran figo di Pietro Gerber in “La casa delle voci” (e seguenti).
-
“L’ultima cosa bella sulla faccia della terra”
“L’ultima cosa bella sulla faccia della terra” è il romanzo d’esordio di Michael Bible. Pubblicato da Adelphi un paio di mesi fa, è stato subito un successo. Titolo e copertina sono rimbalzati per settimane su tutti i social tanto che, se non fosse stato per il gruppo di lettura, forse non lo avrei neanche letto (magari un giorno parleremo anche di questo) In effetti è un romanzo che consiglio, soprattutto ai più giovani. La lettura è scorrevole grazie anche all’ottimo lavoro di traduzione di Martina Testa. Si parla di inadeguatezza, paura, solitudine. È un libricino di centotrenta pagine, e te lo bevi in un pomeriggio.