Recensione

“La ragazza che cadde in fondo al mare” di Axie Oh

“Il Dio del Mare non è arrabbiato, Mina. È smarrito. Aspetta nel suo palazzo, ben oltre questo mondo, qualcuno così coraggioso da andare a cercarlo”

Mina è “La ragazza che cadde in fondo al mare”, di Axie Oh.

Mettici la copertina rigida, l’ottima qualità della carta, il segnalibro in stoffa, la sovracopertina double face e gli edges colorati e, appena l’ho visto alla Fiera del libro di Torino, è scoccata la scintilla.

Il problema, quando una casa editrice investe tanto nella pubblicazione di un libro (stiamo parlando della collana Oscar fantastica di Mondadori), è che poi le aspettative sono altissime, e se il romanzo è poco meno di un capolavoro ci resti male.

La trama

La trama è quella classica dell’eroina che si sacrifica per il suo popolo. Riporto quella che potete leggere anche sulla bandella

Tremende tempeste devastano da secoli il paese di Mina. È la furia del Dio del Mare, un tempo benigno, che si scatena, crede la gente. Per placarlo tutti gli anni una fanciulla viene gettata tra le onde. Sono in molti a pensare che la bellissima Shim Cheong, fidanzata del fratello di Mina, Joon, porrà fine a tutta quella sofferenza. Ma la notte in cui Cheong dovrebbe essere sacrificata, Joon la segue, pur sapendo che ciò significherà morte certa. Per salvarlo, Mina si getta tra i flutti al posto di Cheong. Trasportata nel Regno degli Spiriti, la ragazza si mette in cerca del Dio del Mare, ma quando lo trova scopre che è prigioniero di un sonno incantato. Con l’aiuto di un giovane uomo misterioso e di una bizzarra banda di demoni e spiriti, Mina decide che risveglierà il Dio del Mare e farà terminare una volta per tutte le tempeste assassine. Ma un essere umano non può vivere a lungo in mezzo agli spiriti. E c’è qualcuno disposto a tutto pur di non risvegliare il Dio del Mare…

Il mito di Shim Cheong

Gli ingredienti ci sono tutti (anche troppi) eppure manca qualcosa.

Axie Oh diciamo che si “ispira” al mito originale di Shim Cheong, la vera “ragazza che cadde in fondo al mare” della tradizione coreana.

Nel romanzo la ritroviamo, ma solo come personaggio secondario. Shim Cheong è la ragazza designata a diventare la sposa del Dio del Mare, ma all’ultimo Mina si butta in acqua al suo posto. Non è spoiler, succede nel primo capitolo e comunque, giusto per fare la precisina, Mina non “cadde in fondo al mare” ma ci si butta volontariamente “Senza voltarmi indietro, salto dentro il mare” (pag. 17)

Ritroveremo il mito di Shim Cheong solo verso la fine, un po’ posticcio, quasi a voler giustificare di attinto piuttosto a man bassa dall’originale e presentare il romanzo come una sorta di Fanfiction.

Troppe aspettative per Mina

Come dicevo però, nonostante le quattrocento pagine, manca qualcosa: manca la magia del mito. 

Dei e demoni sono presentati come i personaggi molto “umani” di un racconto, hanno perso il loro alone di mistero e il risultato è un misto tra fantasy e romance che non convince.

Un po’ per il notevole impatto grafico (Mondadori ha “confezionato” un prodotto ad uso e consumo dei social in un periodo in cui la cultura coreana è diventata di moda), un po’ perché da un’autrice di origine coreana mi aspettavo qualcosa di più “esotico”, mi sono avvicina a questo romanzo con aspettative molto elevate.

Infondo Axie Oh è nata a New York e cresciuta in New Jersey e la cultura coreana l’ha studiata all’Università.

Però, a ben guardare, anche Jordan Ifueko è figlia di genitori nigeriani ma cresciuta in California, eppure il suo “Raybearer” ha tutto il colore e il sapore dell’Africa, quindi è proprio una questione di cura dei contenuti prima che dell’immagine.

Comunque, se vi ho incuriosito, vi lascio come sempre l’anteprima. Naturalmente, se lo avete letto, sono curiosa di sapere cosa ne pensate.

“La ragazza che cadde in fondo al mare” Axie Oh Anteprima

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