• Youri Egorov
    Recensione

    “Nella casa del pianista” di Jan Brokken

    Uno dei motivi per cui partecipo ai gruppi di lettura è che mi permette di scoprire libri che, di mio, non comprerei mai: nel senso che ne ignoro proprio l’esistenza. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato “Nella casa del pianista” di Jan Brokken (per dirla tutta, ignoravo anche l’esistenza dell’autore) pubblicato da Iperborea. Adoro la cura di questa casa editrice nel selezionare i suoi autori e il formato inconfondibile dei loro libri. La sera del 30 gennaio 1980 Youri Egorov, astro nascente del pianoforte, dà uno dei suoi primi, memorabili concerti nell’Europa occidentale, interpretando gli studi di Chopin. Per Jan Brokken è una folgorazione e l’inizio di un legame…

  • l'altro nome Jon Fosse
    Recensione

    “L’altro nome” di Jon Fosse

    Uno degli ultimi libri che ho letto è “L’altro nome” di Jon Fosse, Nobel per la letteratura 2023. “Cosa ci rende quello che siamo? Perché conduciamo la nostra vita e non un’altra? Un nuovo anno sta per concludersi e Asle, un anziano pittore rimasto vedovo, ripensa alla sua storia. L’uomo vive da solo sulla costa norvegese, i suoi unici amici sono il suo vicino, Åsleik, un contadino-pescatore scapolo, e Beyer, un gallerista che vive in città, a un paio d’ore di auto. Lì vive anche un altro Asle, artista anch’egli, solitario e consumato dall’alcool. Asle e Asle sono due versioni della stessa persona, due racconti della stessa vita, che si…

  • Il cognome delle donne
    Recensione

    “Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio

    Chi mi conosce lo sa, da qualche mese ho scoperto (grazie a @giuliachi)  l’effervescente mondo dei gruppi di lettura (GdL). Così, oltre a quelli che normalmente già comprerei per i fatti miei, ho anche tutta una serie di libri a cui mai mi sarei avvicinata e che, il più delle volte, sono delle vere e proprie rivelazioni (“L’ultima cosa bella sulla faccia della terra”, “La signora nel furgone”, “Ogni mattina a Jenin”) L’ultimo libro letto è “Il Cognome delle Donne” di Aurora Tamigio, proposto dal Gruppo di Lettura San Fruttuoso di Monza per il mese di febbraio.

  • la signora del furgone recensione
    Recensione

    “La Signora nel furgone” di Alan Bennett

    “La Signora nel furgone”, di Alan Bennett, è un libricino di 90 pagine che ti leggi in un pomeriggio. Ha l’aria innocua con la sua copertina rosa – almeno nell’ultima edizione di Adelphi –  e Alan Bennett è l’autore di “La sovrana lettrice”, che tanto mi era piaciuto. Così, assolutamente ben disposta, credevo di giocare in casa quando l’ho votato come libro del mese per il gruppo di lettura di La scatola lilla.

  • Oppenheimer libro
    Recensione

    Oppenheimer il libro

    Mentre il film continua a macinare premi, in attesa della notte degli Oscar del 10 marzo non posso non parlare di “Oppenheimer”: non del film però, ma del libro da cui è stato tratto: “Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”  di Kai Bird e Martin J. Sherwin, vincitore del premio Pulitzer nel 2006.

  • L'educazione delle farfalle recensione
    Recensione

    “L’educazione delle farfalle” di Donato Carrisi

    Terminato tra un brindisi e un’influenza, “L’educazione delle farfalle” di Donato Carrisi è stato l’ultimo libro che ho letto nel 2023 (eravamo partiti alla grande con “Leggere Lolita a Teheran”, ma questa è un’altra storia) Le aspettative erano altissime, forti della soddisfazione per essere riuscita ad andare al firma-copie e, soprattutto, delle emozioni provate con quel gran figo di Pietro Gerber in “La casa delle voci” (e seguenti).

  • Recensione

    “L’ultima cosa bella sulla faccia della terra”

    “L’ultima cosa bella sulla faccia della terra” è il romanzo d’esordio di Michael Bible. Pubblicato da Adelphi un paio di mesi fa, è stato subito un successo.  Titolo e copertina sono rimbalzati per settimane su tutti i social tanto che, se non fosse stato per il gruppo di lettura, forse non lo avrei neanche letto (magari un giorno parleremo anche di questo) In effetti è un romanzo che consiglio, soprattutto ai più giovani. La lettura è scorrevole grazie anche all’ottimo lavoro di traduzione di Martina Testa. Si parla di inadeguatezza, paura, solitudine. È un libricino di centotrenta pagine, e te lo bevi in un pomeriggio. 

  • Recensione

    “Tre ciotole” di Michela Murgia

    È sempre difficile criticare un libro di successo, ancora di più se di un autore famoso e infinitamente di più se l’autore, l’autrice, è scomparsa da poco ed è celebrata ovunque con parole cariche di ammirazione e stima.  Ma andiamo per gradi. Ho appena terminato di leggere “Tre ciotole” di Michela Murgia. Ammetto che non lo avrei fatto se non fosse stato tra i libri di cui parleremo al prossimo incontro del gruppo di lettura: non amo i racconti e cerco di evitare i libri troppo pubblicizzati perché – problema mio – parto prevenuta e non riesco a dare un giudizio obiettivo. Tant’è, comunque, che “Tre ciotole” non mi ha…