Recensione

Carrisi “La Donna dei fiori di carta”

Quando Carrisi non sembra carrisi

La notte fra il 14 e il 15 aprile del 1912, mentre il transatlantico Titanic affondava senza aver terminato il viaggio inaugurale, uno dei passeggeri scese nella sua cabina di prima classe, indossò uno smoking e risalì sul ponte. Invece di cercare di salvarsi, si accese un sigaro e attese di morire

Ora, siate sinceri: chi può resistere a leggere un libro con un incipit così?

Bene, a dire la verità io La donna dei fiori di carta non l’ho letto, ma l’ho ascoltato.Questa per me è stata una doppia prima volta: il primo romanzo di Donato Carrisi e il primo Audiolibro; ma andiamo con ordine.

Non avevo mai letto niente di Carrisi e ho iniziato con La Donna dei Fiori di Carta perché mi è stato semplicemente proposto dalla selezione di Audible e mi è sembrato interessante (vorrei avere una motivazione più intelligente, ma non è così).

E’ stata una bellissima scoperta: in pratica si tratta di una storia che racconta una storia, che racconta una storia … Come dire: “Non sei mai fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” come scrive Alessandro Baricco in Novecento.

In effetti sono molte le similitudini tra i due libri oltre che in alcuni passaggi della trama, anche nello stile del racconto, inoltre entrambi hanno origine da un monologo teatrale (anche Novecento meriterebbe una recensione, vedrò di provvedere quanto prima).

Ma torniamo a noi: titolo e copertina non rendono minimamente giustizia al racconto che è scritto magnificamente, le parole scorrono e si intrecciano come nuvole di fumo, ed il fumo è proprio il filo conduttore di tutto il romanzo.

Tutto parte dall’incontro tra Jacob Roumann, medico dell’esercito austriaco durante la prima guerra mondiale, e un prigioniero italiano senza nome che promette di rivelare la sua identità solo a patto che il dottore accetti di ascoltare la storia che ha da raccontare.

Non dirò altro, perché non voglio togliervi il gusto di assaporarne ogni passaggio, aggiungo solo che dopo averlo ascoltato, ho deciso di acquistare il cartaceo, perché è un libro che devo assolutamente avere nella mia libreria.

Gli Audiolibri

E ora voglio spendere due parole sugli audiolibri.

Penso che possano essere un buon compromesso per chi ama leggere, ma deve fare i conti con i mille impegni della giornata. E’ un po’ come quando i nostri nonni ascoltavano gli sceneggiati radiofonici, con la differenza che loro stavano tranquilli in poltrona con il gatto in braccio, mentre noi, il più delle volte, imbottigliati nel traffico o pigiati in metropolitana.

Vien da sé che un simile ascolto si possa riservare solo a libri che non richiedano una grande attenzione e che allo stesso tempo possano essere facilmente “archiviabili” nella memoria, altrimenti capita, come è successo a me, che ti ritrovi in libreria a cercare il libro per il solo gusto di potertelo rileggere con calma, con una tazza di tè in mano, magari in una giornata di pioggia come in questi giorni.

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