Recensione

The Crown

Netflix

Per quanto io abbia amato The Crown sin dall’inizio, ammetto che della quarta stagione mi sono sentita un po’ parte integrante, anche se ad essere sincera ero molto più sul pezzo sulle vicende di Carlo e Diana che sulla politica della Thatcher!

Ero tra le ragazzine che ritagliavano dalle riviste le foto di Lady D (e no: niente social) e che fantasticavano sulla bellissima storia d’amore con il suo principe azzurro (bruttino, ma pur sempre principe!).

Naturalmente ho “vissuto” anche gli anni successivi: i figli, la separazione, gli amori e naturalmente il tragico finale.

È di poche ore fa la notizia che Netflix rifiuti di aggiungere un discaimer agli episodi della quarta stagione come richiesto dal ministro della cultura Oliver Dowden in quanto: “una generazione che non ha vissuto i fatti” potrebbe fraintendere “The Crown” per un documentario. Ora, per quanto ricordi io non è che le interviste della stessa Diana si discostassero poi molto da quanto rappresentato nella fiction, e Netflix lo ha riportato con un tweet proprio poche ore fa.

Quello che però mi rattrista (con buona pace del fatto che Carlo e Camilla ne siano usciti piuttosto malconci) è che ancora una volta il dolore di Diana sia stato in qualche modo “mercificato” rimesso in piazza con tutta la sua fragilità e le sue debolezze, a beneficio di chi, come me del resto, voleva ancora dare una sbirciatina dal buco della serratura, né più né meno di quanto succedeva con i tabloid degli anni 80. Forse, riflettendo su questo, davvero qualche scena avrebbe potuto anche essere tagliata.

Detto questo, la serie mi è piaciuta, grandiosa la figura di Elisabetta II dall’inizio alla fine. Di fronte a lei, come dice il principe Philip alla fine: “tutti gli altri sono estranei, persi, irrilevanti e soli”.

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