Recensione

Rebecca la prima moglie

Il libro, il film, il remake

Sognai l’altra notte che ritornavo a Manderley. Mi pareva di essere al cancello che dà sul viale d’ingresso, e non potevo entrare: la via era sbarrata. Una catena con un lucchetto chiudeva il cancello. In sogno chiamavo il guardiano, ma nessuno rispondeva, e accostandomi a guardare tra le sbarre arrugginite, mi accorgevo che la casetta era disabitata”.

Questo è “Rebecca la prima Moglie” di Daphne Du Maurier (1938). Mi è ritornato in mente in questi giorni perché, prima di andare al cinema a vedere il remake che è appena uscito, sto rileggendo “Assassinio sul Nilo” di Agatha Christie; e si sa: i libri sono come le ciliegie.

Rebecca la prima moglie” la trama

Scritto nel 1938 (Assassinio sul Nilo è del 1937: aperta e chiusa parentesi, appunto), è ritornato alla ribalta dopo che Netfix, a fine ottobre 2020, ha proposto il remake del famoso film di Hitchcock “Rebecca, la prima moglie” del 1940.

Oggi lo si definirebbe un thriller psicologico: Rebecca è la prima moglie del ricco e aristocratico Maxim De Winter. Raffinata ed elegante, annega misteriosamente durante un forte temporale mentre naviga da sola sul suo panfilo. La sua presenza però continua ad abitare, come in un incubo, nell’immensa tenuta di Manderley dove andrà a vivere la nuova signora De Winter, una timida e goffa dama di compagnia conosciuta da Maxim durante una vacanza a Montecarlo.

Elegante e raffinato come gli ambienti del castello di Manderley, lo stile della Du Maurier non ha mai un cedimento e tiene alta la tensione durante tutto il racconto.

Estremamente intenso in ogni pagina, trasmette perfettamente la complessa psicologia della nuova signora De Winter, le sue paure e la sua disperata ricerca di un’identità che la faccia emergere dall’ombra del fantasma di Rebecca e non è un caso che non abbia nemmeno un nome.

Se vuoi iniziare a leggerlo, come sempre, ti lascio l’anteprima


Rebecca la prima moglie” e Hitchcock

Come dicevo, nel 1940 Hitchcock ne trarrà un bellissimo film “Rebecca la prima moglie” con Laurence Olivier e Joan Fontaine (tanto per dire) che vincerà 2 Oscar nel 1941 (giusto per la cronaca: la Du Maurier è la stessa autrice di Uccelli ma, non so perché, non se la fila nessuno).

Naturalmente c’è stato qualche adattamento rispetto al romanzo, soprattutto nella parte finale, ma è assolutamente un capolavoro e vale la pena rivederlo (su YouTube c’è la versione integrale).

Oltre al fascino del bianco e nero, ci sono la recitazione tutta occhi languidi e sospiri degli anni Quaranta e le atmosfere gotiche del castello immerso nella nebbia, a strapiombo sulle tempestose scogliere della Cornovaglia. E poi, dico: è Hitchcock!

Rebecca la prima moglie (1940)

Rebecca la prima moglie” e Netflix

Purtroppo, non posso dire la stessa cosa di “Rebecca” proposto da Netflix.

Il film perde completamente tutto il suo mistero. La giovane signora De Winter non è più timida e impacciata, ma la troviamo ad amoreggiare con il suo Maxim già dal primo incontro a Montecarlo.

Troppo moderna e disinvolta anche all’arrivo a Manderley: non cogliamo più il senso di inferiorità nei confronti di Rebecca che è una parte fondamentale del romanzo e su cui si basa tutta la trama.

Tutto si riduce ad un giallo in cui bisogna cercare l’assassino, assolutamente privo di qualunque trasporto emotivo.

Se vuoi dargli un’occhiata, ecco il trailer


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