Norwegian wood Recensione
Recensione

Norwegian wood – Haruki Murakami

Ci sono libri che più di altri mi mettono in difficoltà quando mi trovo a dover scrivere la recensione, e “Norwegian wood. Tokyo Blues” di Murakami è uno di questi. 

È così delicato nei suoi equilibri che, a commentarlo, ho quasi il timore di rovinarlo.

Il racconto è un lungo flashback che parte proprio dalle note di “Norwegian wood” dei Beatles e riporta Watanabe, trentasettenne appena atterrato all’aeroporto di Amburgo, ai suoi vent’anni, al collegio di Tokyo, a Naoko e Midori, con un racconto che è a metà tra il ricordo e il rimpianto.

Con  “Norwegian wood” Murakami mette in luce tutto lo smarrimento di un’intera generazione che deve fare i conti con le sue fragilità, in un contesto, quello giapponese, che lascia poco spazio alle debolezze individuali; e alla fine qualcuno si perde.

Solo ad una seconda lettura (perché no, una sola non basta) puoi capire fino in fondo il racconto del pozzo di Naoko:

Il pozzo si trova proprio al confine tra la fine del prato e l’inizio del bosco. L’erba nasconde ingegnosamente quel buco scuro, dal diametro di circa un metro, che si spalanca nel suolo.

Non ha attorno né una recinzione né un parapetto. Non è altro che un buco aperto nel terreno. (…) Anche se ci si sporge e si prova a guardare nel buco, non si riesce a vedere niente. Si capisce solo che è paurosamente profondo. Profondo al di là di ogni immaginazione. E in quel buco si annida il buio, un buio così fitto che sembra concentrare tutte le varietà di tenebra che esistono nel mondo.

(…) A stare in un posto simile si muore lentamente e da soli.

– Vengono i brividi solo a pensarci, – dissi io. – Qualcuno dovrebbe trovare questo pozzo e fargli attorno un recinto.

– Ma è impossibile trovarlo. È per questo che non devi allontanarti dalla strada principale.

Haruki Murakami, Norwegian wood. Tokyo Blues (1987)

Naturalmente il romanzo è ben scritto e scorrevole: fai fatica smettere di leggerlo. Unica nota un po’ dolente forse sono i refusi (ne è scappato qualcuno di troppo) e qualche dubbio sulla traduzione (Midori che rimane “senza una lira” a Tokyo la vedo dura).


Ho cercato un po’ online e ho trovato il trailer del film “Norwegian wood (Noruwei no mori)” del 2010, presentato tra l’altro alla mostra del cinema di Venezia di quell’anno. Non mi pare però che sia mai stato proposto su qualche piattaforma o in televisione. Intanto però puoi guardare il trailer:

Norwegian wood 2010 (film – Trailer)

Se ancora non lo hai letto, ti lascio come sempre il link all’anteprima del libro


E infine due parole su  Norwegian wood dei Beatles.

Fa parte dell’album Rubber Soul che ho imparato ad amare fin da piccolissima e anche a me quella copertina sblocca tanti ricordi e quindi dedico questa recensione ad una persona molto speciale.

The Beatles, Rubber Soul (1965)

se questa pagina ti è piaciuta

CONDIVIDILA!


Per rimanere sempre aggiornato

iscriviti alla newsletter

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.