Recensione

Midnight Sun

Stephenie Meyer

Fazi editore

“La mia vita era un’infinita, immutabile mezzanotte. Era necessario che lo fosse sempre, per me. Quindi com’era possibile che adesso, nel cuore della notte, stesse sorgendo il sole?”

Ora, messa così, sfido chiunque abbia letto la saga completa di Twilight di Stephenie Meyer a non tuffarsi a occhi chiusi nella lettura di Midnigh Sun, salvo poi riemergere stremato dalle 800 pagine e decidere che forse Jacob sarebbe stata la scelta migliore

Ma andiamo con ordine. Midnight Sun è la ristesura di Twilight (solo il primo volume per capirci) raccontato dal punto di vista di Edward. Fin qui va benissimo, addirittura lo avevo prenotato appena avuta la notizia della pubblicazione e ho aspettato con ansia che arrivasse, e proprio qui sono cominciati i problemi.

Innanzitutto, se parti con altissime aspettative, altrettanto alto è il rischio di rimanere delusi, e poi c’è l’indiscutibile fattore tempo. Da Twilight a Midnight Sun passano 15 anni; se la storia e i personaggi restano gli stessi, di certo non è la stessa cosa per il lettore. Se a 15 anni ti facevi venire le palpitazioni se il tuo compagno di banco ti guardava con sguardo torvo e misterioso, a 30 pensi che sia un maniaco psicopatico (c’è chi addirittura lo ha definito uno stalker!). E alla fine c’è il fattore trama: sostanzialmente sai già come va a finire e quindi tutte le (interminabili) pagine in cui Edward si strugge di dubbi, paure e rimorsi finiscono per essere piuttosto noiose, anche perché sai già dove andranno a parare.

Detto questo, è per me un passo obbligato leggerlo per i fan della Meyer perché trovo che la fedeltà all’autore e alla saga vada mantenuta. Lo stile è fluido ed equilibrato ed è sempre un piacere leggere pagine ben scritte in cui le parole si legano in maniera armoniosa: “Eppure adesso non percepivo il mostro, non riuscivo a trovarlo in nessun luogo dentro di me. Forse l’amore lo aveva messo a tacere per sempre. Se avessi ucciso Bella, adesso, non sarebbe stato intenzionale, ma soltanto un orribile incidente“.

Mi piacerebbe leggere qualcos’altro della Meyer per conoscerla meglio come autrice, uscendo magari da Forks e dintorni. Ho fatto una ricerca e ho trovato L’Ospite, un romanzo del 2008 in cui racconta di un’invasione aliena o qualcosa del genere. Penso che lo andrò a cercare (tanto ormai in lista libro più, libro meno, che differenza fa?)

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