Recensione

La città di Vapore, l’ultimo libro di Zafón

Questa settimana è uscito “La Città di Vapore”, l’ultimo libro di Carlos Ruiz Zafón, e ovviamente non potevo non andare subito in libreria.

Ancora una volta ci ritroviamo tra le vie di Barcellona, ancora una volta incontriamo figure misteriose e anime perse, ancora una volta ci innamoriamo di Zafón.

Questa volta non si tratta di un romanzo, ma di una raccolta di racconti che lo stesso autore aveva immaginato come regalo per i suoi lettori prima che la malattia lo colpisse all’inizio del 2020.

La citta di Vapore è una sorta di appendice al Cimitero dei libri dimenticati, dove scopriamo qualcosa di più dei personaggi che abbiamo conosciuto e amato in “L’Ombra del Vento” e negli altri libri della raccolta.

i personaggi

Incontriamo di nuovo David Martín, il misterioso Andreas Corelli, un Antoni de Sampere stampatore di libri e un originale Sancho Fermin de la Torre.

Troviamo inoltre un meraviglioso omaggio a Cervantes con un racconto estratto da “Le Cronache segrete della Città dei Maledetti“, firmato da Ignatius B. Samson, Edizioni Barrido e Escobillas (vi ricorda niente?)

Infine, e non è poco, scopriremo come è nato, ed è stato costruito, il Cimitero dei libri dimenticati.

il ricordo

Insomma, inutile dirlo, se amate Zafón non potrete fare a meno di leggere quest’ultimo libro e, come me, iniziare a sentirne la mancanza già dalle prime righe della prefazione firmata da Émile de Rosiers Castellaine, direttore della Editions de la Lumière, alias dell’amico e editor Emili Rosales i Castellà che ricambia così l’omaggio di Zafón ne “Il labirinto degli Spiriti

Infine una curiosità: l’ultimo racconto “Apocalisse in due minuti“, appare come un vero e proprio saluto di commiato di Zafón. In realtà non è mai stato pubblicato su nessuna rivista, ma lo possiamo trovare solo su alcuni bicchieri da asporto prodotti da Chipotle, una catena di ristoranti messicani

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