Recensione

“New York 1941. Forse” di Luca Giribone

“Un albero diverso in una fila di alberi uguali”

ecco che cos’è “New York 1941. Forse” di Luca Giribone.


Perché il segreto sta tutto in quel “forse”, perché lo capisci già, sfogliandolo in libreria, che quel libricino di 140 pagine ti sta nascondendo qualcosa.

Inizi a leggerlo e ti sembra innocuo; è un noir vecchio stile, di quelli con il cappello calato sugli occhi ed il bavero alzato alla Humphrey Bogart; scorrevole, scritto bene, niente da invidiare (e forse qualcosa da insegnare) ad autori più famosi e patinati. 

Mentre lo leggi, vedi perfettamente la scena: sono gli anni ‘40, gli anni della corruzione, degli investigatori nascosti nella nebbia; sono gli anni de Gli intoccabili (dovrei trovare il tempo per andare a rivedere quel film…) e Frank Logan è un giornalista a caccia dello scoop della sua vita (sempre che questa volta non ce la lasci, la vita). Sta indagando sul sindaco di New York, Alan Richmond, coinvolto in un giro di appalti truccati. Lo aiutano la compagna Dorothy e l’amico detective Jim Ross.

La lettura ti prende ed è avvincente, ma, andando avanti, ti accorgi che c’è qualcosa di strano.

Una premonizione di qualcosa, che ti scorre dentro come un brivido insensato mentre tutto sembra stare al suo posto e invece avverti che qualcosa di terribile sta per accadere.

Fino a che, ad un certo punto, all’improvviso, ti ritrovi lì, completamente disorientato, con il libro in mano a pensare: wooo (perché ormai al massimo ti esce un: wooo), e allora torni indietro a rileggere per essere sicuro di aver capito bene, e pensi: quest’uomo è un genio!

Naturalmente non ti dirò altro di New York 1941. Forse, perché devi leggerlo, e questa volta non ti lascio neanche l’anteprima (comunque se la cerchi la trovi qui) ma direttamente il book trailer perché poi, il passaggio successivo, sarà andare a comprarlo

New York 1941. Forse

Luca Giribone

New York 1941. Forse (2017) è il primo libro di Luca Giribone. Ho dato una sbirciata anche agli altri due: Tryte (2018) e Linx (2020) e mi sembrano almeno altrettanto magnetici.  Mi ispira molto anche L’Opportunista: breve storia di un inganno al tempo del COVID, scritto lo scorso anno con il contributo degli infermieri dei reparti COVID degli ospedali milanesi.

Sicuramente avremo modo di tornare a parlare di lui, ma intanto, se vuoi iniziare a conoscerlo meglio, ti lascio il link del suo sito.


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